Rappresentanze nazionali e locali sostengono la Vita Indipendente?

Con la lettera aperta all’onorevole Argentin ho analizzato i fatti che hanno portato alle proteste di Firenze. Oggi vorrei approfondire il perché non si è parlato di Vita Indipendente in quella sede.

Situazione attuale

Oggi ci sono regioni in cui è possibile fare Vita Indipendente come per esempio il Piemonte, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia.

Ce ne sono altre in cui c’è un “surrogato” di Vita Indipendente come per esempio la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Liguria.

Poi ci sono regioni in cui non è possibile fare Vita Indipendente come per esempio l’Umbria, la Calabria, la Sicilia.

Il motivo palese è certamente la riforma del Titolo V della Costituzione avvenuta nel 2001: il federalismo cd. Solidale è un fallimento con conseguente non rispetto dei diritti umani e civili dei cittadini disabili. Neanche la ratifica della CRPD nel 2009 ha portato grandi cambiamenti nelle regioni che non attuano il rispetto dei diritti umani fondamentali.

Titolo V Costituzione

L’articolo 3 della nostra Costituzione dice “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” ma chi è la Repubblica? In Italia gli enti locali giocano a scaricabarile come fanno i bambini quando combinano una marachella. È sempre colpa di un altro. Il bambino dice che è stato un altro bambino, gli assessori degli enti locali dicono che è stato il Ministero oppure l’assessore regionale o comunale ma mai accusano se stessi. La Repubblica siamo noi cittadini. È compito di noi cittadini, di me, di te, rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà di qualcun altro. Per cui caro assessore dell’ente locale, non scaricare la colpa su qualcuno, come se tu fossi un bambino, ma assumiti la responsabilità in veste di amministratore locale di applicare la CRPD (ndr Convenzione ONU diritti delle persone disabili).

Rappresentanze ai tavoli

Il fallimento maggiore della mancata applicazione della CRPD da parte dell’Italia è certamente dovuta alle due rappresentanze nazionali ovvero FISH e FAND. Per cui occorre capire come mai si è arrivati a questo fallimento.

Enti gestori, III settore e rappresentanze nazionali

Gli enti gestori sono spesso federati all’interno delle rappresentanze nazionali e locali. Tale situazione non ha nulla a che fare con i diritti sanciti dalla CRPD per cui, da una parte troviamo ENIL Italia ed altre associazioni agiscono per i portatori di diritti dall’altra i portatori interessi  finanziari ed economici legati al business  del durante e“Dopo Di Noi”.

Questo scontro tra opposte fazioni si si è visto palesemente quando nella sessione plenaria di venerdì 16 settembre si è parlato del “Dopo Di Noi” e non di “Vita Indipendente”. Si è anche visto chi sono quelli che influenzano di fatto maggiormente le federazioni H nazionali. Forse perché le federazioni ricevono più soldi da chi fa business sui disabili rispetto a chi rivendica il proprio diritto di scelta senza condizionamento alcuno? E se i fatti stessero così, cosa devono fare le associazioni dei disabili che rivendicano il loro diritto assoluto all’autodeterminazione? Uscire dalle federazioni nazionali? Oppure versare delle quote equivalenti come chi fa business sulle persone disabili? Ma le piccole associazioni che lottano per l’applicazione della CRPD possono versare quote analoghe a quelle che versa il Forum del III Settore?

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fonte: http://www.fishonlus.it/files/2012/03/FISH_bilancio_preventivo_2016.pdf a pagina 2 estrapolato in data 8 ottobre 2016

Pretesa delle rappresentanze nazionali di essere i soli depositari del diritto di rappresentare le persone disabili

FISH Toscana, FAND Toscana e DIPOI (insieme di realtà sul Dopo Di Noi) in un comunicato stampa avrebbero voluto limitare il diritto di rappresentare le proprie idee si sogni ed istanze provenienti dall’AVI Toscana sulla Vita Indipendente .  Questo è un fatto gravissimo senza precedenti ma analizziamo cosa dice la legge in merito.

Preme ricordare alle sezioni locali di FISH e FAND  ecc. ecc. che non possono fare pressione su un ente locale rispetto a chi si deve sedere al tavolo di concertazione e, conseguentemente, anche rispetto a come e quali istanze si debbano discutere.

Si ricorda inoltre che la nostra Costituzione non vieta di costituire associazioni o sindacati e non dice come queste devo comportarsi, a meno che non violinò la legge. Nel caso specifico c’è stata solo una protesta a mani nude, senza spranghe, senza uova, senza alcun oggetto che recasse danno al prossimo: solo dei sonori colpi di clacson che hanno turbato i lavori.

Si ricorda infine a queste federazioni H che non sono e non debbono comportarsi come un’oligarchia  e che la loro legittimazione non viene da diritto divino (Dio), ma se la devono guadagnare sul campo applicando subordinando la loro azione alle modalità sancite nella CRPD.

Perciò chiedere di escludere la presenza di alcune associazioni che rivendicano diritti umani è un abuso del proprio mandato rappresentativo. 

AVI Toscana chiede l’assistenza personale autogestita in forma indiretta, ovvero la base della Vita Indipendente che è un diritto fondamentale come bere un bicchiere d’acqua. Infatti sono certamente importantissimi il lavoro, la scuola, l’accessibilità dei mezzi pubblici, dei bancomat, ma se non c’è nessuno che ti alza dal letto, ti lava, ti prepara colazione, pranzo, cena sei costretto tuo malgrado ad andare a vivere in un realtà abitativa di reclusione per essere aiutato ad eseguire queste attività. Se accade questo allora non ci siamo: è una violazione dei diritti umani. Non si rispetta la Costituzione e si viòla un diritto umano inalienabile che è quello di scegliere dove, come vivere e con chi vivere al pari degli altri cittadini Italiani, perché sei considerato e trattato come un cittadino di serie B, anzi no……. sei nato solo per far fare i soldi agli enti gestori ( coop , Onlus , sindacati, aziende di servizi alla persona, enti religiosi ecc.) guarda caso tutti presenti e in prima linea nella V Conferenza Nazionale sulla Disabilità a Firenze.

Per cui care persone disabili, a ognuno di voi diciamo….

È solo una questione di tempo e finirai anche tu in una realtà di reclusione (RSA, RSD, Case Famiglia) perché tu che fai Vita Indipendente con quei pochi euro, sappi che quando sarai vecchio e con meno forze di oggi, il tuo destino è in quei posti perché non aggiungeranno nulla di più al tuo budget.

In quei luoghi sarai accolto perché non avrai fondi sufficienti per assumere più assistenti personali che coprono le tue sopraggiunte nuove esigenze di vita quotidiana.

In quei luoghi sarai accolto perché la commistione tra rappresentanze nazionali (e locali) ed enti gestori è forte e la vita indipendente è e resterà sempre nella periferia del welfare Italiano.

In quei luoghi sarai accolto perché tu non sei una persona ma solo un guadagno per gli enti gestori.

Se tu non fai crescere il Movimento per la Vita Indipendente nella tua realtà locale (e anche Nazionale) sarai accolto in un posto di reclusione.  Aderire al Movimento per la Vita Indipendente e fare crescere questo diritto è l’unico modo attraverso il quale non sarai un recluso. Sarai recluso perché il tuo “reato” è la tua non autosufficienza magari gravata dall’età.

Sarai anche corresponsabile della tua deportazione in un luogo di reclusione per il tuo menefreghismo e il fatto che tu deleghi altri a rappresentarti e non ti dai da fare in prima persona.  

TU DEVI ESSERE IL PADRONE E COLUI CHE PUO’ INFLUENZARE IL TUO DESTINO: se vuoi che le cose cambino, devi essere tu il primo a cambiare e fare in modo che cambino.