Mentre nella gran parte delle regioni italiane viene assicurato alle famiglie con disabili non autosufficienti un assegno cosiddetto di cura, ossia di sostegno economico di rimborso delle spese di assistenza, medicinali non mutuabili, sussidi e integrazioni di assistenza, in Umbria si pratica una assurda politica, ossia costruire Residenze sanitarie protette, dove ricoverare quelli che non ce la fanno economicamente a gestire in famiglia le loro disabilita
Una scelta apparentemente corretta, ma in realtá subdola, penalizzante, mortificante per i disabili non autosufficienti e per le loro famiglie!
I geniali portatori di questa strategia non afferrano minimamente un concetto basilare, vale a dire che un disabile grave in famiglia riceve ben altra assistenza, tanto più di fronte ai tagli profondi dell’assistenza domiciliare erogata da ASL e Comuni, ridotta a un quarto rispetto ad alcuni anni fa!
L’opzione verso le R.S.A sembra essere dettata da altri fattori piuttosto che dall’esistenza di una domanda di ricovero! Anzi sembra una strategia costruita apposta, vale a dire io ti riduco i servizi domiciliari, ti costringo a lasciare il lavoro per assistere adeguatamente il disabile, oppure a trasferire il tuo salario o stipendio ad una badante, quindi ti metto economicamente con le spalle al muro, però ti costruisco una residenza per il tuo familiare non autosufficiente e ti libero di un peso e di un bisogno.
Ma le cose non stanno così, anche se qualche famiglia può essere lieta di tale opportunità per liberarsi di un peso. Ma siamo a casi limite! Chi ha un familiare in certe condizioni non punta a liberarsene, ma ad accudirlo con attenzione e affetto per alleviarne le sofferenze e i gravi disagi. Qualche amministratore o funzionario idiota ha azzardato perfino, senza riscontri e dunque solo argomento strumentale, che gli assegni di accompagnamento servirebbero a molti familiari per andare in vacanza! Una autentica idiozia appunto, un modo distorto di prendersi i favori della pubblica opinione nella scellerata e irresponsabile scelta di perseguire senza ritegno la scelta delle RSA.
Su questo piano allora si potrebbe pensare che la costruzione delle residenze stia in una logica di una sorta di voto dii scambio; ossia faccio appalti, magari assegnati ai soliti noti, costruisco la residenza e la affido alle solite coop che assumono con i soliti metodi personale raccomandato, magari anche impreparato come dimostrano recenti scandali di maltrattamenti, anche in Umbria, personale indicato ovviamente dai partiti dell’Ente committente, poi chiamo i soliti fornitori, ecc. ecc.
Certo, amministrativamente parlando, é piú facile fare qualche appalto con il seguito che ho detto, che distribuire equamente, secondo precisi e rigidi criteri e con adeguati controlli, le risorse direttamente alle famiglie che vogliono accudire direttamente il familiare sfortunato.
Insistere sulle RSA é pernicioso, assume un oggettivo connotato razzista, colpisce le famiglie più bisognose, visto che quelle benestanti sono perfettamente in grado di pagarsi ogni ausilio. Si stabiliscano piuttosto seri criteri, con norme chiare, basate sul reddito effettivo delle famiglie interessate, predisponendo controlli e severe sanzioni per chi non rispetta le condizioni di erogazione, ma si diano risorse, in forma di assegno di cura, appunto, come fanno in tante altre regioni.
Altrimenti dovremmo dire che non tutti i cittadini sono uguali davanti allo stato sociale, che ci sono in Italia cittadini fortemente disagiati, trattati in modo diverso a seconda del luogo di residenza, il che é illegale, illegittimo e socialmente inaccettabile!
Dunque sì agli assegni di cura, non alle residenze protette, se non nei casi limite sopra indicati, altrimenti ci si spieghi perchè l’Umbria con poco meno di un milione di abitanti ha quattro volte il numero di residenze protette che ha la Sicilia con 5 milioni di abitanti! Ecco, bravi, spiegatecelo e spiegate queste discriminazioni regionali visto che siamo ancora in uno stato unitario!
Date risposte serie immediate e convincenti, perchè non vi daremo tregua.
Esiste anche il reato di abuso in atti ufficio, quello di distrazione dei fondi, per di più statali, dunque pagati da tutti i contribuenti nel principio di solidarietá sociale, non certo di quello di voto di scambio!
Intanto vigiliamo, come spero qualche magistrato per bene faccia altrettanto: i 5 milioni stanziati dallo stato per il fondo sulla non autosufficienza, devono andare a chi ne ha legittimamente diritto e bisogno, non ai costruttori, alle coop, agli amici degli amici!
Carlo Giacchè