Oggi ho letto di una petizione che chiede un aumento del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza a un miliardo di euro. L’FNA serve prevalentemente a finanziare interventi di Assistenza Domiciliare Indiretta e progetti di Vita Indipendente.
Sembra che sia una richiesta assolutamente sensata e logica ma vi spiegherò perché non lo è.
Attualmente in modo del tutto arbitrario e illegittimo la gran parte di questo fondo serve per coprire le rette delle RSA – RSD e Comunità Alloggio. Il 40% è indirizzato alle malattie SLA, SMA, malattie del motoneurone e altre condizioni e patologie indicate nello decreto attuativo quindi, a conti fatti, per i progetti di Vita Indipendente e l’Assistenza Domiciliare Indiretta di tutte le altre persone non-autosufficienti restano le briciole, briciole che spesso vanno a cooperative e ONLUS che erogano servizi. Quindi chi è affetto da SLA e malattie affini può scegliere il modello assistenziale più idoneo alle sue esigenze, tutti gli altri no!
Tale petizione è stata proposta dal Comitato 16 Novembre che è lo stesso comitato che ha fatto numerose manifestazioni a Roma.
Sono andato a Roma a manifestare con loro perché come tutti i cittadini Italiani affetti da grave disabilità ho il desiderio di fare Vita Indipendente e quindi di scegliere come vivere. Ho partecipato alla manifestazione credendo che tutte le non le non-autosufficienze fossero rappresentate ma non è stato così. Siamo in molti ad avere il sospetto che i rappresentanti del Comitato 16 Novembre non abbiamo discusso con il Governo della condizione di tutte le persone non-autosufficienti. Prima di quell’incontro non si parlava di distinzioni tra patologie e disabili gravi e gravissimi vi era solo la Legge 104/92 che determina la non-autosufficienza grave.
La strategia pietistica di staccare il respiratore ha sicuramente colpito gli Italiani, come hanno ottenuto lo stesso effetto le docce gelate. Quanto è accaduto danneggia fortemente l’immagine e la condizione delle persone non autosufficienti in Italia. I messaggi che ne derivano sono pietistici, retrivi e contrastanti con la Convenzione ONU. Francamente di questo modo di rivendicare i diritti faremmo volentieri a meno. Io non ho il respiratore, ma cosa dovrei fare per attirare l’attenzione? Farmi tagliarmi un braccio? Una gamba? Lanciare il tutore contro il Ministero? Farmi gettare addosso la benzina e darmi fuoco?
Dopo l’incontro del Comitato 16 Novembre con il Governo e a causa del pietismo propagato dai mass media Italiani, si è iniziato a dividere la non-autosufficienza per patologie. La condizione che deve spingere in una certa direzione i finanziamenti è la mancanza di autonomia personale, semplicemente il bisogno di essere aiutato da altri negli atti della vita quotidiana.
Qualcuno può dire che se aumenta il FNA a un miliardo di euro ci sarà posto anche per la Vita Indipendente che diventerebbe aperta a tutti. Non sarà così ed è proprio la storia che ce lo insegna. Prima che l’FNA fosse azzerato non vi era alcuna distinzione tra la stessa non-autosufficienza. Quando è stato rifinanziato era il 70% per le istituzionalizzazioni e al 30% per le malattie sopra citate. Attualmente il Decreto di riparto ha aumentato di un ulteriore 10% la quota riservata ai gravissimi portandola al 40%. Gli animatori di questo blog, visto gli avvenimenti degli ultimi tempi, pensano che sia gravissimo ascoltare chi vuole dividere la non-autosufficienza.
Che ci sia su un cartello unico corporativo SLA-SMA e gestori RSA-RSD alleati per tutelare la domiciliarità solo per alcune patologie?
Noi proponiamo di aumentare il FNA a un miliardo di euro. Se le risorse sono poche che vadano distribuite tenendo conto del reddito personale, della condizione socio ambientale e sanitaria ma non solo sanitaria.