DISABILI E ANZIANI … “RESTARE A CASA ” SI PUO’ !

Nella maggioranza delle regioni italiane l’unica scelta per un disabile o anziano è obbligatoria, andare in residenza sanitaria assistenziale, oggi detta RSA, un tempo casa di riposo o ospizio.
Non esiste l’assistenza indiretta, niente assegno di cura, nessun piano assistenziale condiviso, niente alternative, solo rinchiudersi in istituto.

Ritengo che le RSA siano quasi tutte strutture di sofferenza, dove la persona muore prima, si sente abbondonato, isolato, estraneo dalle scelte familiari.

Un tempo i vecchi e i malati venivano rispettati, onorati e consultati: oggi vengono rinchiusi in lager di sofferenza, leggiamo spesso storie di ordinaria follia, non casuali.

Che dire delle famiglie: non c’è nessun rispetto per la vecchiaia e della malattia, si dimentica in fretta il lavoro, i sacrifici fatti per la famiglia.

Ma non bisogna biasimare i propri cari che hanno una miriade di problemi: lo stress della vita moderna, il lavoro, figli e nipoti, e sopratutto la mancanza di scelte alternative.

Lo stato è il responsabile, le regioni gli esecutori, ciniche e spietate, senza nessuna pietà, una scelta dettata dal dio mercato e dalle potenti lobby politiche e sociali che determinano le scelte nella sanità.

“RESTARE A CASA”:

PREMESSA:

La popolazione invecchia, i malati gravi ed incurabili sopravvivono, urge ampliare le possibilità perchè queste persone restino in famiglia.

IL CONTESTO:

In Italia la sanità spende 18 miliardi di euro per finanziare le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e simili. Tale spesa è triplicata dal 2000 perchè è l’unica offerta che la maggior parte delle regioni offre. Solo alcune propongono in alternativa Piani Assistenziali Individualizzati (PAI).

PROPOSTA:

Si propone di destinare 4,5 miliardi di euro per un massiccio ritorno in famiglia di malati e anziani che lo desiderano, un’alternativa che avrà un sicuro successo. Da ricordare che le maggioranza delle RSA erano e rimangono squallidi ospizi con iniqua occupazione, sottopagati, spesso in nero, dirette da lobby legate alla politica locale e nazionale.

PROPOSTA NEI DETTAGLI:

Si propone di destinare il 50% da erogare alla famiglia che si riprenda in carico il paziente. Si risparmiano 2,25 miliardi di euro da destinare al mancato aumento 2013 dell’IVA per 2,1 miliardi di euro. Rimangono 2,4 miliardi di euro che arriverebbero a 3,2 miliardi con pensioni, indennità di accompagnamento e mancate rette dovute che il paziente s’impegna a destinare al PAI per il 50% ESEMPIO: un paziente gravissimo costa allo stato almeno 80.000€, si propone di erogare 40.000€ che sommati a pensione di invalidità e indennità di accompagnamento, che in RSA non percepiscono, portano la cifra a 49.000€ sufficienti per assumere 3 assistenti.

I NUMERI:

3,2 miliardi di euro corrispondono a circa 197.500 posti di lavoro per 36 ore settimanali, CCNL domestico, categoria CS. ENTRATE PER LO STATO: 550 milioni di IVA per i consumi, 350 milioni di contributi INPS, almeno 300 milioni di IRPEF: per un totale di 1,2 miliardi di euro che rientrano bilancio dello stato, in sintesi il 50% dell’investimento iniziale.

BENEFICIARI:

Tutti coloro che si rendono disponibili. Il Governo predispone un provvedimento che finanzia solo il Piani Personalizzati, ovvero nessun riparto in base alla popolazione o simili, solo ed esclusivamente i PAI contabilizzati dalle varie regioni. Bisogna predisporre una convenzione con i CAAF che segua i pazienti nelle assunzioni, buste paga, contratti, l’unico dei dipendenti e pratiche varie.

CONCLUSIONI:

Questo è un piano serio, facile da realizzare, nessuna Corte Costituzionale può bocciarlo. Propone risparmi strutturali destinati ad aumentare nel tempo ed occupazione stabile. Sarebbe utile fare piani formativi con fondi strutturali europei con progetti POR regionali.

Bisogna avere il coraggio di combattere le lobby e mafie che operano nella sanità, basta volerlo. 

NOTA: alcune cifre potrebbero subire variazioni senza inficiare l’impianto complessivo.

Il progetto non pretende assolutamente di chiudere le RSA, ma se Governo e Parlamento decidono di dare “La libertà di scelta”, sarebbe logico un calo. Lo dimostrano i fatti: in Sardegna, col progetto “Ritornare a casa” e della legge 162/98, la permanenza in RSA si è dimezzata in 6 anni con l’attuazione di quasi 40.000 piani personalizzati ed un investimento di 130 milioni.

Ben venga la libera concorrenza, i controlli continui su personale, strutture, cure e trattamenti: è mai possibile1e che l’igiene venga fatta alle 5 del mattino?

La spesa certificata al 2010 è 18 miliardi, nel 2013, visto che lo sport preferito dalle regioni è aprire RSA, avrà raggiunto almeno 20 miliardi, cifra indecente per imprigionare vecchi e disabili.

Sembra assurdo ma è vero, lo stato non ha il coraggio di cambiare, col nostro progetto si recuperano risorse, si crea occupazione, si finanziano servizi essenziali. Tutto per salvare pochi sciacalli che danno bustarelle ai soliti noti.

Roberto Ratto 

fonte: http://assistenzadomiciliareindirettaitalia.blogspot.it/

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