Quando si parla di disabilità, in Italia c’è il vizio di restare ancorati a politiche culturali e pratiche antichissime che vedono nella istituzionalizzazione forzata l’unica soluzione possibile per sopperire alle necessità delle persone con disabilità. In parole semplici: si tratta della deportazione forzata delle persone con disabilità dal proprio mondo (che è fatto di casa, affetti, interessi), per diventare un numero in una Residenza Sanitaria per Anziani o Residenza Sanitaria per Disabili oppure nelle Case Famiglia come si prospetta nella legge a breve al senato sul cd. “Dopo di Noi”.
L’attuale legge del “Dopo di Noi” sancisce solo una nuova istituzionalizzazione forzata di tutte le persone con disabilità.
L’onorevole Argentin ha fatto intuire – dalle sue stesse parole – che la nuova legge riguarda solo le persone con disabilità psichica (che rimarranno sole una volta venuta a mancare la famiglia) e che queste persone non possono autorappresentarsi: pertanto, devono essere internate nelle nuove case famiglia gestite dal III Settore e finanziate dai genitori attraverso un Trust. Tutto questo non è vero. Il carattere ingannevole di tali parole si può ravvisare nel Disegno di Legge stesso non c’è traccia del fatto che la norma è limitata solo alle persone che non possono autorappresentarsi ma è estesa a tutte le forme di disabilità.
Nelle parole dell’onorevole Argentin comunque, che è lei stessa una persona con disabilità, nello specificare una cosa simile, si nota una discriminazione pesante tra chi è in grado di autorappresentarsi e chi no. La Convenzione ONU sulle persone con disabilità non fa questa discriminazione ma sancisce che il diritto alla Vita Indipendente è per un diritto di tutte le persone con disabilità.
Gli interessi di questa Legge non sono né rivolti verso le persone con disabilità, né tanto meno verso i loro genitori, che come dice l’onorevole Argentin, “ora possono morire”. I veri interessi appaiono promanare dalla regolazione del finanziamento delle case famiglia attraverso un tipo di assicurazione chiamato trust. Per sapere che cos’è il trust vi invito a leggere questo link.
L’onorevole Argentin dice che il figlio disabile di genitori anziani è stato abituato a prendere il “gelatino” per tutta la vita e potrà continuare a farlo anche nelle case famiglia del “Dopo di Noi”. A parte l’esempio stucchevole che sembra derivare dal più bieco pietismo, oltre al fatto che non tiene conto della natura umana, dei diritti e degli affetti che verranno a mancare alla persona con disabilità riducendo il suo precedente con la famiglia, vorrei far notare che in questa Legge non sono previsti controlli né su come verrà utilizzato il trust e (soprattutto) neanche su come verranno soddisfatte le esigenze della persona con disabilità. Tantomeno sono previsti sul personale che vi opererà. Il centro di questa Legge sono solo gli interessi economici particolari di alcune lobbies.
Chi gestirà queste case famiglia sono solo delle ONLUS che sicuramente non avranno – come invece dovrebbero avere – uno scopo non lucrativo. Il no profit ora è sempre più profit: vi invito a leggere l’articolo sulla riforma del III settore a questo link.
E lo Stato che cosa fa in tutto questo? Delega ai privati quello che gli compete non prendendosi carico delle persone con disabilità?…. Perché è questo quanto previsto nella Legge sul dopo di noi
L’articolo 3 della nostra Costituzione dice:
“E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” …Domande:
Perché allora si è permesso di progredire a questa legge che delega il compito della Repubblica ai privati che vogliono fare soldi?
- Perché il Partito Democratico non mette al centro la persona con disabilità attraverso la vita indipendente?
- Il Partito Democratico deve forse fare dei favori al terzo settore?
- Le realtà che guadagnano veramente sulla pelle delle persone con disabilità sono forse le finte Onlus?
Nelle nuove comunità alloggio rispetteranno i diritti umani contenuti nella Convenzione ONU delle persone con disabilità, considerate le micro-dimensioni di queste case e la mancanza di controlli che già esce fuori dalla norma stessa? …. Inoltre la persona con disabilità sarà un “ospite” e non viene considerato il diritto di avere una casa propria di conseguenza, non potrà ricevere amici nella “propria” casa così come non potrà prepararsi ne godere di una cena nel proprio ambiente domestico e via dicendo
Il silenzio assordante delle grandi e piccole associazioni e la confusione che dilaga sull’argomento da parte di molti genitori e persone con disabilità è sconvolgente. Questo significa che la disinformazione e la propaganda hanno vinto.
Qualche genitore di persone con disabilità è convinto che lo Stato pagherà le assicurazioni ma non è così: sarà compito delle famiglie stipulare un trust con cui si dovranno pagare le rette del Dopo di Noi.
Ricordo che tutte le forze politiche hanno votato a favore in questa legge iniqua e che arretra l’Italia di almeno cinquant’anni nell’ambito della disabilità. Tutte ad esclusione del Movimento 5 Stelle che ha votato contro la legge sul dopo di noi.
Per chi volesse leggere il testo del Disegno di Legge sul Dopo di Noi approvato dalla Camera dei Deputati eccolo il link.
Per chi volesse vedere il dibattito e ecco qui il link.
Il mio giudizio è negativissimo perché questa legge:
- Non rispetta la nostra Costituzione;
- Delega ai privati una funzione pubblica come è quella dell’assistenza;
- Non rispetta una legge dello Stato e norme internazionali: la legge 18/2009 di ratifica della Convenzione ONU sulle persone disabili;
- Non mette al centro la persona con disabilità ma gli interessi particolari di determinate forze politiche e privati;
In particolare:
- Favorisce le assicurazioni;
- Favorisce il III settore;
A voi il commento su questo testo. Oltre alla proposta di offrire tutti un gelatino all’Onorevole Argentin – persona con disabilità lei stessa – a fronte della rinuncia forzata ad ogni suo bene o diritto, dato che è quello l’unico paramento a suo dire del benessere e della felicità