FNA discriminatorio nei confronti della “non autosufficienza”

Oggi mi è capitato di leggere il documento della FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) – il testo lo trovate qui – sulla suddivisione del FNA (Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza).

Una frase mi ha colpito ed è questa “importo diffusamente ritenuto largamente insufficiente a coprire le necessità legate alle gravissime disabilità”.

Parto dal discorso sull’accertamento dell’invalidità e le due leggi principali attualmente in vigore in Italia. La Legge 11/80 che istituisce l’Indennità di Accompagnamenti e la Legge 104/92 che è la legge quadro sulla disabilità, poi ci sono Leggi successive che modificano tale legge.

Partendo dalla somma delle due leggi L. 11/80 e L. 104/92 si ha una platea variegata di disabilità e di non autosufficienza. Per comprendere come io suddividerei il FNA userei il bisogno personale individuale collegato ad un piano personale di assistenza individuale. In questa suddivisione del FNA non c’è ne traccia è chiedere troppo che vi sia?

Secondo tale la suddivisione del FNA attualmente in discussione nel tavolo interministeriale nasce una divisione nell’ambito della “non autosufficienza” tra disabili gravi e gravissimi. Questa è una invenzione che non ha base legale.

Ogni disabile è grave ( Legge 11/80 + Legge 104/92) e può avere un bisogno di assistenza che può variare a seconda del proprio bisogno come dice anche la Convenzione ONU sulle persone con disabilià:

1.      Basso;

2.      medio;

3.      alto;

Questa suddivisione se fosse applicata al bisogno determina un equa suddivisione di tale fondo a seconda della non autosufficienza della singola persona disabile e non un iniqua e aberrante divisione per patologia.

La disabilità gravissima non esiste è frutto di una errata concezione da parte dei governanti della disabilità e la Legge 11/80 e Legge 104/92 e le normative estere Europee ne sono la prova inconfutabile.

Una novità discreta

In questa suddivisione del FNA c’è una cosa positiva che è “c’è un riconoscimento di principio del “lavoro di cura familiare”. E’ un passaggio concettuale e di principio importante visto che all’atto partecipano tre ministeri e le regioni. Le ricadute operative sono di portata variabile e bisognerà verificare sugli atti effettivamente applicativi dele Regioni. Ad esempio dovrebbe significare che quando si calcolano i contributi dell’assistenza indiretta ci considera anche il lavoro svolto dai caregiver familiari. L’apertura concettuale è importante, abbiamo una arma in più. Poi il resto si conquista giorno dopo giorno e Regione per Regione.” (cit Carlo Giacobini)

Tuttavia secondo me è una discreta notizia tuttavia ma non ottima e così come è non mi piace affatto.

Penso che dare l’Assistenza Personale Indiretta è fondamentale per restituire dignità e il giusto collocamento nelle famiglie in cui ci sono persone disabili. Infatti padri, madri, sorelle, fratelli, mogli, mariti, compagni, compagne ritornano ad avere il loro posto in famiglia e non sono soggette a schiavitù affettive.

E’ una distretta notizia perché chi vuole essere curato dal caregiver lo può fare, tuttavia vengono tralasciate molte realtà in cui parente stretto (caregiver) non può (per i più svariati motivi: economici, impegni familiari ecc.) impegnarsi in prima persona a curare il parente disabile. Per questo io giudico un fallimento questa distribuzione del FNA.

Per essere una notizia veramente positiva occorrerebbe l’esigibilità del diritto l’Assistenza Personale Indiretta per dare la seconda gamba alle famiglie e il diritto di scelta di come vivere la propria vita

FNA resta negativo

È comunque sbagliato e discriminatorio, nell’ambito delle Leggi attualmente in vigore (L 11/80 L. 104/92) per quanto limitate esse siano oggi, dividere la disabilità tra grave e gravissima per patologia.

Senza contare che questa divisione tra gravi e gravissimi è in aperta violazione dei Diritti Umani sanciti dalla Convenzione ONU sulle persone con disabilità e viola l’articolo 3 della nostra stessa Costituzione perché di fatto la Repubblica dovrebbe rimuove le differenze tra i propri cittadini mentre li rimuove solo per i detti gravissimi.

FNA anno 2013 ripartizione su base Regionale

 

fonte clicca qui

Come impatta sull’Assistenza Personale Indiretta (domiciliare e vita indipendente)

In questo caso diventerebbe una sorta di eccezione alla regola eternamente contro corrente e obbligata a dimostrare la sua bontà e di fatto a vivere di stenti per chi non entra nelle categorie dei disabili detti “gravissimi”. Non mi piace neanche questa eccezione alla regola. In Italia tutto è un eccezione.

Ma ci rendiamo conto che l’Assistenza Personale Indiretta così sarà sempre ballerina e soggetta al politichino di turno?

Dubbi amletici Italiani sulla Convenzione ONU sulle persone disabili

“Mi viene un dubbio su cosa sia la Convenzione ONU sulle persone con disabilità:

·         E’ una raccolta di principi e dettami dotati obbligo di rispetto, essi si correlano alla Costituzione e tutto ciò lo ha chiarito molto bene la Sentenza di Cassazione 236/2012;

·         In base al punto A ne deriva che la Convenzione ONU non è un trattato di filosofia socio giuridica su cui enunciare belle teorie da simposi & turismo sociale di élite.

La Convenzione ONU deve essere applicata a mezzo azioni Politiche & Giudiziarie ed accompagnate da supporti culturali a vari livelli (Convenzione ONU), incluso a mezzo istruzione e mass media. Per fare tutto ciò occorre organizzazione, pertanto un minimo di coesione. Questo discorso lo capiscano tutti, segnatamente le persone disabili comuni, i veri “super-mega-ultra GRAVISSIMI”!!! (cit. Claudio Roberti)

Conclusione

Le persone disabili che non rientrano nella lista delle patologie ma che hanno un bisogno assistenziale medio – alto  non vengono tutelate da questo FNA e da chi si siede ai tavoli.