Cosa vorrei dai politici italiani.

Stavo pensando da tempo cosa scrivere in merito alle prossime elezioni sia politiche che alle regionali. Impegnativa come domanda cosa mi piacerebbe…. In questo tempo di crisi economica se pretendessi la Luna, come taluni politici promettono e disattendono puntualmente, chiedere un programma eccessivamente dispendioso, sarei esattamente come loro. Quindi scendo terra, terra, e affermo che scuramente che mi piacerebbe che non si dimenticassero delle persone con disabilità dopo le elezioni del 24-25 febbraio.

Premesso ciò non mi piacerebbe avere sorprese, come quella notizia passata in sordina dell’INPS del 28 dicembre, in cui veniva tolta la pensione invalidità alle persone con disabilità sposate. Chiedo basta colpi di testa e basta iniziare una guerra tra poveri, tendando di dividere i disabili in categorie per controllare, dividere e risparmiare. Volete una vera risposta al risparmio delle persone con disabilità che percepiscono la pensione d’invalidità? Benissimo, eccola: evitare scappatoie per le aziende che non vogliono assumere persone disabili nel proprio organico, rendere il collocamento veramente obbligatorio e non di facciata. Ovviamente bisogna comprendere che le persone con disabilità, non necessariamente riescono a fare full time, ma alcuni, per la loro disabilità, sono costrette a fare part time. Quindi occorrerebbe maggior sensibilizzazione, attraverso i servizi sociali di zona, per capire se la persona disabile può essere collocata full time oppure a part time a 6 o a 4 ore.  Sicuramente con un full time ci sarebbe un risparmio della pensione d’invalida, molto probabilmente anche per chi fa un part time a 6 ore, lo Stato avrebbe un risparmio perché il reddito individuale quasi sicuramente supererebbe i 16,127,30. Il collocamento obbligatorio permetterebbe tanti benefici allo Stato. Innanzitutto la persona con disabilità guadagnerebbe e potrebbe spendere i soldi immettendoli sul mercato, per esempio andando al cinema, al ristorante, al bar, a fare delle gite fuori porta. Insomma il gettito fiscale sulle imposte dirette (es. reddito IRPEF) e indirette (es. IVA), quindi sarebbe un soggetto attivo e non passivo della società con ammesso beneficio sul proprio umore ed un accresciuta autostima personale, non si sentirebbe parcheggiato in casa in attesa di chi sa che cosa. Senza contare che per chi lavora, la spesa sull’assistenza domiciliare indiretta (spesso pagata dai Comuni), sarebbe minore, non occorrerebbe un aiuto per tutta la giornata ma per le ore mattutine e serali. Per chi invece vive in famiglia, ci sarebbe anche l’alleggerimento per le famiglie, che hanno una persona con disabilità, questo è del tutto evidente.

Non tralasciamo la scuola, che era il fiore all’occhiello in Europa e che alcuni Stati ci hanno copiato, ma che ha visto molteplici tagli cui si è veramente svuotata della propria forza togliendo i maestri o professori di sostegno. Occorre in questo caso invertire la tendenza e investire sulla scuola. Investire sulle infrastrutture rendendole a norma con scivoli e ascensori. Vi prego non i montascale che l’esperienza delle metropolitane di Milano è stata catastrofica. Fare i servizi igienici a norma, le classi con le porte di larghezza idonea per fare entrare una carrozzina. Applicare l’inclusione scolastica perché è dalla scuola che vengono formati cittadini. Si le persone con disabilità, non sono un peso economico, ma dei cittadini che possono portare un valore aggiunto che conorrono a migliorare e la nostra cara Italia.

Ho un sogno e qui forse chiedo a Luna, ovvero l’inclusione nel trasporto di persone con disabilità. Questo sogno è dispendioso all’inizio ma alla fine è risparmioso. Premetto che la mia battaglia per attivare l’ascensore della metropolitana del Forum di Assago è per portare un risparmio al Comune di Milano non indifferente. Il comune paga circa € 600 al mese il trasporto per andare e tornare dal lavoro. Se la metropolitana di Milano fosse in tutte le fermate accessibili e non solo su un singolo ascensore, ma anche per salire dalla banchina al treno e viceversa, il Comune stesso risparmierebbe una bella cifra mensile. Quindi il mio sogno sarebbe avere un trasporto urbano ed interurbano  in cui le persone on disabilità non devono sperare di arrivare a destinazione, chi sa dopo quante ore, e che porti un oggettivo risparmio per le amministrazioni locali. Ci sono alcune persone disabili che non possono utilizzare i mezzi pubblici ma per chi potrebbe sarebbe già una fonte di risparmio perle amministrazioni locali.

Questo è quello che chiedo, spero di non sentirmi ancora in trincea per difendere i miei diritti.