ISEE: Ricorso del governo

Premessa

Parto con il ribadire che l’indennità di accompagnamento è data per colmare lo svantaggio che oggettivamente le persone disabili incontrano nella loro vita (per maggiori approfondimenti leggere questo articolo).

La notizia di ieri (ndr 9 aprile 2015 ecco il link) in cui si vocifera che il governo voglia calcolare l’importo dell’indennità di accompagnamento sulla base del reddito (personale o familiare non è specificato),  al momento non trova un riscontro ufficiale ma si saprà qualcosa in più alla pubblicazione del Def.
Tuttavia oggi il governo annuncia il ricorso al Consiglio di Stato contro le tre sentenze del TAR del Lazio dell’11 febbraio 2015: tre sentenze che all’unanimità sostengono che l’indennità di accompagnamento è uno strumento per colmare uno svantaggio e non è un reddito disponibile da sommare ad altri redditi personali o familiari.

C’è da dire che i governanti Italiani che si sono succeduti negli ultimi 15-20 anni hanno sempre tentato di far cassa tagliando i servizi e i fondi sulla disabilità ma questo attacco all’indennità è più recente e c’è dietro un ideologia pericolosa che non deve passare.

L’ideologia

Al fine di far colmare il deficit di bilancio, si cerca di far passare l’idea ai cittadini italiani che l’accompagnamento non è un indennità  che colma il deficit fisico o mentale ma un reddito disponibile di cui la persona disabile gode come privilegio.

Per cui andiamo a vedere cosa significa indennità e cosa significa reddito

Indennità

Indennità s. f. [dal lat. tardo indemnĭtas -atis].

  1. ant. L’essere indenne; preservazione da danni materiali.
  2. Corrispettivo, diverso dal risarcimento, erogato al soggetto che ha subìto un danno, indipendentemente da ogni accertamento di colpa; o quello che la legge stabilisce in favore del soggetto che, per esigenze e interessi generali, subisce il sacrificio totale o parziale di un diritto: i. di espropriazione; i. di guerra, concessa dallo stato a chi ha patito danni nel corso di operazioni belliche, o imposta, a titolo di riparazione, da uno stato a un altro (di norma dal vincitore al vinto attraverso il trattato di pace).
  3. Attribuzione patrimoniale dell’imprenditore al prestatore di lavoro, non avente carattere retributivo e corrisposta a titolo di rimborso di spese o in corrispondenza di speciali oneri o disagi sopportati dal prestatore a causa o in occasione della prestazione di lavoro: i. di vestiario; i. di residenza, di alloggio, di trasferta; i. di rischio. Anche, l’attribuzione patrimoniale corrisposta per oneri indipendenti dal lavoro, siano essi periodici e continuativi o sporadici o eccezionali: i. di carovita, i. di contingenza; i. di licenziamento, locuz. comune ma impropria per indicare l’i. di anzianità (v. anzianità).
  4. Per estens., denominazione talvolta data all’intera retribuzione, soprattutto nei casi in cui è corrisposta a persone non legate da un rapporto d’impiego: per es., l’i. parlamentare, corrisposta ai deputati e ai senatori per l’esplicazione delle loro funzioni.

Tralasciano il 4° punto della definizione di del dizionario Treccani (clicca qui) perché parla di estensione del vocabolo perché la definizione per l’invalidità di trova al punto 2° per cui è decisamente per chi subisce il sacrificio totale o parziale di un diritto.

Reddito

rèddito s. m. [dal lat. reddĭtum, part. pass. neutro di reddĕre «rendere»]. –

  1. L’utile che viene dall’esercizio di un mestiere, di una professione, di un’industria, da un qualsiasi impiego di capitale: un lavoro che dà un buon r., un r. modesto.
  1. Usi e sign. specifici:
  2. In economia, il flusso di moneta, beni o servizî, ricevuto da singoli individui, collettività, imprese o dall’economia nazionale nel suo complesso, in un dato periodo di tempo: r. in natura, quando viene percepito in forma di beni o servizî; r. monetario, se percepito in moneta. Può derivare dalla vendita di servizî dei fattori della produzione (prendendo allora il nome di salario, o stipendio, se è la remunerazione del lavoro; di interesse, se remunera servizî resi da capitali monetarî; di profitto, se è la remunerazione dell’attività imprenditoriale; di rendita, quando è il compenso spettante a proprietà reali, come terreni e fabbricati), oppure da un trasferimento (per es., le pensioni). In partic., r. nazionale è il complesso di redditi percepiti in un certo periodo di tempo da tutti i soggetti economici residenti in un paese come remunerazione dei servizî produttivi da essi resi: esso è uguale al prodotto nazionale lordo, detratti gli ammortamenti e le imposte indirette; r. personale (o delle persone) è il reddito nazionale, detratti i profitti non distribuiti delle società e i contributi sociali, ma comprensivo dei trasferimenti, dei redditi netti da interessi e dei dividendi azionarî; r. personale disponibile è il reddito personale al netto di tasse e imposte personali sul reddito. Flusso circolare del r., l’insieme dei flussi di reddito e produzione intercorrenti, in un sistema economico, tra famiglie e imprese. In partic.: r. fondiario (detto anche r. immobiliare o rendita), derivante da terreni (e allora distinto in r. dominicale, che indica quella parte del prodotto della terra che rimane al proprietario dopo aver pagato gli altri fattori produttivi, e r. agrario, quello che deriva dall’esercizio diretto di attività agricole) e da fabbricati (r. dei fabbricati); r. di capitali (detto anche r. mobiliare), alla cui produzione non concorra l’attività del percettore, derivante cioè da mutui, partecipazioni in imprese, obbligazioni e titoli (detti questi a r. fisso se a rendimento costante); r. di lavoro, distinto in r. di lavoro dipendente (r. fisso) e autonomo; r. d’impresa, derivante dall’esercizio di imprese commerciali.
  3. In economia politica e in politica economica, formazione e sviluppo del r. nazionale, la produzione, l’attività economica produttiva di tutta la nazione e il suo sviluppo; discriminazione, distribuzione e ridistribuzione del r., v. discriminazione, distribuzione e ridistribuzione; politica dei r., politica economica che àncora l’incremento dei salarî, e in genere dei redditi di lavoro, a un incremento effettivo della produzione.
  4. In finanza, imposte sul r., imposte dirette che colpiscono, in misura diversificata secondo il tipo e l’entità, i varî redditi singoli e il reddito complessivo di ogni contribuente: sono attualmente distinte, in Italia, in imposta sul r. delle persone fisiche (abbrev. IRPEF), imposta sul r. delle persone giuridiche (IRPEG) e imposta locale sui r. (ILOR); r. imponibile, la quota di reddito soggetta a imposta (v. imponibile).
  5. In ragioneria, la variazione che il capitale d’impresa subisce in un certo periodo di tempo per effetto della gestione: r. di gestione o totale, la variazione subita dal capitale durante l’intera vita dell’azienda; r. d’esercizio, variazione riferita a un periodo amministrativo; r. minimo, quello al disotto del quale l’imprenditore può non trovare conveniente l’attuazione delle operazioni e che deve coprire gli oneri figurativi (interesse sul capitale, rischio d’impresa e compenso all’imprenditore); sistema del r., l’insieme di scritture contabili che, avendo per oggetto complesso il reddito, mira a rilevare il processo formativo di questo nel suo duplice aspetto, numerario ed economico.

Come noterete dal primo punto si parla di un “L’utile che viene dall’esercizio di un mestiere, di una professione, di un’industria, da un qualsiasi impiego di capitale: un lavoro che dà un buon r., un r. modesto.” di certo la disabilità non è una professione o un lavoro per cui non è un guadagno. Fonte clicca qui

Reddito disponibile

Quindi il reddito disponibile non esiste, è un abuso del governo che vuole cambiare il senso per cui sono state istituite tali indennità per operare dei tagli.

Cosa avrebbe potuto fare il governo

Avrebbe potuto rivedere insieme alle persone disabili e alle figure giuridiche che hanno fatto il ricorso al TAR, come risolvere la situazione, ad esempio escludendo dal conteggio dell’ISEE le indennità, la pensione d’invalidità e tutti i contributi che una persona disabile riceve per l’inclusione sociale.

I giochi sporchi

Dopo il trambusto di ieri “Governo: se sei un disabile del sud sei un sorvegliato speciale” a mio avviso stanno anche tentando di distrarci su due grandi battaglie che le persone disabili stanno conducendo, ovvero l’ISEE, caregiver familiari e la vita indipendente. Riporre tutta l’attenzione sull’indennità di accompagnamento, che per anni sono state strumento di scambio di voti politici, impedisce di focalizzare l’attenzione su temi più attuali e necessari.

Come andrà a finire

Sicuramente il Consiglio di Stato ci darà ragione perché  le leggi che hanno istituito l’indennità di accompagnamento da cui traspare chiaramente la volontà del legislatore, sostengono che quest’ultima non è un reddito disponibile ma un’indennità.