Lettera aperta dai pochi facinorosi all’onorevole Argentin

Gentilissima On. Argentin

la ringraziamo per la cura che ha impiegato scrivendo l’articolo sulla testata Huffington Post.

Siamo quel gruppo di “pochi facinorosi” a cui la disabilità ha stravolto la mente, come ci definisce e ha discriminatoriamente dichiarato lei, che hanno interrotto i lavori della V Conferenza sulla Disabilità a Firenze. Innanzitutto le facciamo notare che non era solo la Toscana ad essere rappresentata ma l’Italia intera attraverso ENIL Italia (European Network Indipendent Livining) e liberi cittadini.

Dal suo articolo si evince la sua totale ignoranza sulla CRPD (Convenzione Diritti Persone Disabili redatta dall’ONU) per la quale siamo stati portavoci, facendo sentire, purtroppo con mezzi estremi in quanto totalmente esclusi da dibattito, la nostra voce per farla rispettare e non per i nostri fini personali, come ignominiosamente sostiene lei. Come dovrebbe ben sapere infatti,  la CRPD garantisce la Vita Indipendente a tutte le persone con disabilità, sia essa mentale, sensoriale o fisica e quindi noi non combattiamo solo per i nostri “handicap” ma per tutte le persone disabili e le loro famiglie, soprattutto quelli senza mezzi di sostentamento che non si possono pagare il “badante”, scordandosi che proprio il “badante” è una figura indispensabile per la Vita Indipendente. “Chiedere soldi per gestire e pagare i nostri badanti” come semplicemente scrive lei, vuol dire per noi disabili privi di uno stipendio da deputato, poter condurre una vita dignitosa al pari di ogni cittadino italiano, come garantisce la Costituzione.

Non le sarà sfuggito, da deputata e persona disabile che la Commissione ONU ha esaminato recentemente il nostro Paese relativamente all’applicazione della CRPD e su 34 articoli ha subito ben 33 bocciature o richieste di informazioni ed un preciso calendario per l’attuazione dei diritti delle persone disabili. Qui riportiamo il testo in inglese del CRPD e  il riassunto in Italiano.

Di seguito un estratto in Italiano dell’articolo 19 che tratta di Vita Indipendente:

Vita indipendente e inclusione nella comunità (art. 19)

47. Il Comitato è seriamente preoccupato per la tendenza a re-istituzionalizzare le persone con disabilità e per la mancata riassegnazione di risorse economiche dagli istituti residenziali alla promozione e alla garanzia di accesso alla vita indipendente per tutte le persone con disabilità nelle loro comunità di appartenenza. Il Comitato inoltre nota con preoccupazione le conseguenze generate delle attuali politiche, ove le donne sono “costrette” a restare in famiglia per accudire i propri familiari con disabilità, invece che essere impiegate nel mercato del lavoro.

48. Il Comitato raccomanda:

a) di porre in atto garanzie del mantenimento del diritto ad una vita autonoma indipendente in tutte le regioni; e,

b) di reindirizzare le risorse dall’istituzionalizzazione a servizi radicati nella comunità e di aumentare il sostegno economico per consentire alle persone con disabilità di vivere in modo indipendente su tutto il territorio nazionale ed avere pari accesso a tutti i servizi, compresa l’assistenza personale.

La V Conferenza sulla disabilità nel tavolo della sessione plenaria aveva in programma di parlare di Vita Indipendente, ma per motivi di tempo, il dr. Raffaele Tangorra ha preferito spostare la discussione nel pomeriggio nel tavolo tematico. Hanno avuto molto spazio tutti i servizi del III settore, compresa la discussione sulla legge sul Dopo di Noi di cui lei è tra le relatrici e che aprirà in Italia un numero considerevole di case famiglia in cui le persone disabili verranno recluse. Altro che essere “radicati nella comunità” intesa come nel proprio luogo di residenza (come dice l’ONU), qui si passa a “radicati in comunità” ovvero nelle case famiglia. Lei sa che questa soluzione è in palese violazione della Costituzione e della CRPD? Perchè solo l’1% dei cittadini normodotati sceglie di vivere in co-housing mentre per i cittadini disabili è quasi un obbligo essere deportati in case famiglia quando non viene garantito l’accesso alla Vita Indipendente?

Lei sa che le persone disabili fanno fatica al alzarsi dal letto, ad uscire di casa, muoversi nella propria città e si figuri raggiungere Firenze con i mezzi pubblici che abbiamo in Italia! Il gruppo di “pochi facinorosi” ha protestato anche a nome di chi non poteva raggiungere Firenze, la cosiddetta maggioranza silenziosa. In Italia esistono pochissime realtà dove la Vita Indipendente funziona in modo adeguato e molte autonomie locali tentano di sopprimere questo diritto. La Commissione ONU ha rivendicato lo stesso livello di accesso alla Vita Indipendente per il pieno godimento dei diritti di cittadinanza delle persone disabili. Dovremmo tacere ed essere sottomessi al potere politico, del III settore e delle grandi lobbies che fanno business su di noi? Quando lei non era deputata ed era dall’altra parte della “barricata”, avrebbe protestato per non finire in realtà protette?

Abbiamo un ultima domanda da porle. I suoi assistenti personali li paga lei con il suo stipendio oppure ha un progetto di Vita Indipendente e quindi con altri fondi pubblici?  L’Italia ratificando la CRPD, ha dichiarato solennemente che la Vita Indipendente è per tutti a prescindere dall’età, dal sesso, dalle opinioni politiche, dalle inclinazioni più o meno manifeste, e dal reddito percepito. Per questo motivo non vediamo nessun problema se lei pagasse i suoi assistenti personali con fondi pubblici e non con il suo stipendio. Se lei pagasse il suo assistente personale con i soldi provenienti dal suo lavoro di deputata, anche nel suo caso non sarebbe applicata la CRPD. Solo chi ha fondi propri può permettersi di assumere uno o più assistenti personali mentre chi non li ha o resta a casa segregato oppure sceglie un altro tipo di segregazione, come finire in realtà protette sradicandosi dal proprio contesto sociale e comunitario. Le sembra corretto questo? Ogni mattina dobbiamo sperare che il nostro assistente personale o il nostro caregiver familiare non si ammali. Di fatto noi non siamo “fortunati” come lei, o altri come lei, che dalle loro carrozzine dorate (avendo tutti i supporti) si possono permettere di lanciare invettive verso le persone che dovreste rappresentare e tutelare. A quanto pare per voi, le persone con disabilità, sono solo uno strumento per i vostri fini personali di potere. E’ stata molto offensiva anche nei confronti dei caregiver perchè l’ONU afferma che i familiari sono “costretti” in famiglia per accudire le persone disabili. Questo è uno Stato di diritto?

Ci piacerebbe avere anche noi la stessa tranquillità serafica che dimostra in quell’articolo e vedere i nostri diritti tutelati come i suoi. Cogliamo l’occasione di farle notare che la V Conferenza era composta prevalentemente da esponenti del III settore, sindacalisti, tecnici, funzionari e politici. Dov’erano le persone disabili? Lei avrebbe partecipato ad un convegno sull’emancipazione femminile in cui il 95% dei relatori  erano uomini?

Ci chiediamo se il potere ha stravolto la sua mente vista la sua arroganza e presunzione. Le ricordiamo che il suo mandato Parlamentare la obbliga a rappresentare le istanze di tutti i cittadini in particolare delle persone che sono in stato di fragilità e quindi anche quelle con le menti stravolte. Si vergogni e chieda pubblicamente scusa.

Cordiali saluti

il gruppetto di facinorosi e malati mentali