ATM: Lettera aperta al presidente Bruno Rota

In data 16 aprile 2014 ore 15:29 ho inviato la seguente mail all’indirizzo presidenza@atm.it e non ho ricevuto risposta oggi la pubblico come lettera aperta per sollecitare una risposta che so che non ci sarà, ma intanto credo sia giusto informarvi sulla corrispondenza anche senza risposta.

Buon giorno presidente Bruno Rota, mi presento, mi chiamo Claudio Cardinale ho 45 anni e sono una persona disabile di Milano ho un blog in cui tratto dell’accessibilità della mia città compreso ATM.

Premetto che ATM non brilla per l’accessibilità rispetto alla TMB di Barcellona e alla RATP di Parigi.

Ero presente all’incontro alla Casa dei Diritti in via De Amicis 10 il 31 marzo. 

Mi permette di dirle che non sono assolutamente d’accordo con l’esposizione in cui si afferma che le stazioni della metropolitana in cui è presente un servoscala è da considerare accessibile. A tal proposito la invito a leggere questo articolo e vedere il relativo video linkato in cui il sottoscritto è stato bloccato a Piola sul servoscala. La vostra presunta e assolutamente finta percentuale elevata di accessibilità dei mezzi della metropolita deve assolutamente essere razionalizzata con la realtà. Lei(corretto in data 24 maggio perchè non parlava il dottor Rota ma un altro dirigente che ignoro l’identità) ATM può raccontare quello che vuole ma un servoscala non fa assolutamente la stazione accessibile. Ecco il link dove può informarsi, da un utente sul campo e non dà dei numeri finti e falsi come quelli espressi in quel giorno. Non si possono considerare accessibili i servoscala come può leggere qui e qui.

Anche se ci fosse un ascensore perfettamente funzionante la stazione non è da considerare accessibile. Certo presidente, legga questo mio racconto in cui tento di andare da Famagosta ad Assago Forum in metropolitana. Lei(corretto in data 24 maggio perchè non parlava il dottor Rota ma un altro dirigente che ignoro l’identità) ATM forse si dimentica che occorre salire sul convoglio per fruire di un servizio.  Lei(corretto in data 24 maggio perchè non parlava il dottor Rota ma un altro dirigente che ignoro l’identità) ATM dimentica che in molte stazioni della metropolitana c’è il gradino dalla banchina al treno, come può leggere in questo articolo oppure quest’alto entrambi scritti da me.

Per non parlare della manutenzione degli ascensori che può leggere qui.

 Lei(corretto in data 24 maggio perchè non parlava il dottor Rota ma un altro dirigente che ignoro l’identità) ATM mi può dire che esiste la pedana per accedere dalla banchina al treno, certo che lo so, l’ho provato in questo articolo può leggere l’esito e le considerazioni sul quel viaggio.

Anche l’idea malsana di lasciare la pedana al personale di stazione come spiegato nel mio articolo, che comunque riporto qui.

A mio avviso il vantaggio di dare la pedana al macchinista sarebbe di non lasciare il mezzanino sguarnito. La persona che lavora al mezzanino controlla anche l’abilitazione del servoscala e i sistemi di sicurezza dell’intera stazione della metropolitana, lasciare quella postazione non custodita anche molti minuti potrebbe causare problematiche di sicurezza. L’altro vantaggio che è se arrivano due persone disabili nella stessa stazione con treni che provengono da direzioni opposte, la possibilità di scendere (o salire) è data ad entrambi. In questo caso c’è un problema: è vero che salendo sul treno di comunica al macchinista la stazione in cui si deve scendere. Il macchinista può anche dimenticarsi e non essendo in grado, come per gli autobus, di richiamare l’attenzione del conducente, come accade per gli autobus se se non è attiva la pulsantiera, si rischierebbe di scendere a molte fermate dopo visto in molte stazioni non sono presenti i servoscala. Quindi per superare questa casistica occorrerebbe montare una pulsantiera per tutti i vagoni (o almeno quello di testa) in modo che la persona disabile prenoti l’assistenza per scendere. Si può anche pensare ad uno strumento alternativo alla pulsantiera come un citofono, un segnalatore o altro. Oppure ho una proposta che non prevede modifiche fisiche alle carrozze: visto che la persona disabile comunica al macchinista la fermata a cui deve scendere, ATM potrebbe anche modificare il proprio software, in modo che ricordi al macchinista questa informazione. Non vedo sinceramente vantaggi nell’affidare questo compito ai capistazione, salvo un vantaggio economico da parte di ATM: sono in minor numero le stazioni rispetto ai treni. Un altro svantaggio di dare questo incarico al capo stazione è che comunica immediatamente alla stazione d’arrivo la presenza di una persona disabile sul treno, ma è altrettanto vero che anche loro, come i macchinisti. Potrebbero dimenticarsi, o come detto precedentemente, lasciare per molto tempo il mezzanino vuoto.”

Idea bocciata senza se e senza ma per dare al personale di stazione la pedana. 

L’unica linea metropolitana accessibile in Milano è la Lilla quindi sono i fatti che smentiscono i numeri dati da  lei(corretto in data 24 maggio perchè non parlava il dottor Rota ma un altro dirigente che ignoro l’identità) ATM in quell’occasione

Invito lei a leggere un’altra testimonianza di un’altra persona disabile che si muove con i mezzi pubblici questo è il suo racconto.

Dopo aver analizzato la metropolitana passo ai filobus. Per questi mezzi ci sono ancora pedane elettriche che naturalmente non funzionano come può leggere in questo articolo. Una sera ho volevo prendere la 92 da viale Abruzzi-via Plinio fino a Dateo dove avrei dovuto prendere l’autobus 61 ho visto un filobus con i gradini. Ecco se ci sono ancora dei mezzi con i gradini come possiamo chiamare accessibile Milano? Pronta per Expo?

Per i tram ci sono 6 linee accessibili o presunte tali ma non lo sono poi veramente. Occorre censire tutte le banchine per verificare se si aprono le pedane.  Lei(corretto in data 24 maggio perchè non parlava il dottor Rota ma un altro dirigente che ignoro l’identità) ATM mi può dire “ma noi mettiamo il tram accessibile e noi siamo a posto”. No nella maniera più assoluta. La colpa è vostra e del comune di Milano se non vi è un passaggio d’informazioni tra questi due soggetti.  A me non interessa poi di chi sia la colpa, la cosa che può vedere e leggere in questo articolo.

Inoltre dallo stesso sito ATM si afferma che non tutte le banchine sono state ristrutturate. E’ ora di smetterla di rimbalzarsi le responsabilità tra ATM e comune visto che il comune è il maggior azionista di ATM.  Occorre adempiere alla sistemazione di tutte le banchine dei tram accessibili. 

Per finire il discorso dei tram occorre che ATM, ricordo che attualmente sono unici linee di tram non accessibili.  Concordo con l’idea di ATM di sostituire i mezzi con impatto ambientale a zero non accessibili, i tram vecchi, con dei mezzi accessibili. A tal proposito suggerisco:

La sostituzione con dei filobus che hanno lo stesso impatto ambientale dei tram.

Oppure la sostituzione con degli autobus elettrici che si ricaricano ad ogni fermata in pochi secondi fino alla fermata successiva.  Si possono adattare anche vecchi autobus con un investimento da parte di ATM.

Una persona che conosco è andata San Francisco e mi ha detto che i tram che il Comune di Milano regalo molti anni fa al comune di San Francisco hanno avuto degli adattamenti con delle pedane per le persone disabili. Non conosco i dettagli di questi trattamenti visto che non sono mai andato a San Francisco per cui non so se questa notizia sia vera e invito ATM ad informarsi se è vero o no questa mia fonte. Qualora fosse vera copiare questa soluzione sui tram attualmente a disposizione di ATM.

E’ importantissimo utilizzare dei mezzi su ruota elettrici piuttosto che dei mezzi a rotaia. Infatti per i mezzi su ruota, non essendo vincolati dal binario, è possibile farli accostare al marciapiede per fare salire e scendere una persona disabile in carrozzina in totale sicurezza.  In alcune fermate dei tram a Milano, questi ultimi si fermano in mezzo alla strada ed è molto pericoloso per chi è in carrozzina o chi ha disabilità sensoriali fruire di questa fermata. Ricordo che la persona disabile in carrozzina o che ha disabilità sensoriali è molto pericoloso per la propria incolumità e quella degli altri cittadini, sia aspettare l’arrivo del tram in mezzo alla strada, sia trovare il modo di salire/scendere dal marciapiede per raggiungere il punto esatto dove si fermerà il tram. Qualora fosse vera la notizia degli adattamenti dei tram di San Francisco, suggerisco ad ATM e al comune di Milano di prestare molta attenzione all’accessibilità delle fermate.

Per gli autobus è vero che il 100% dei mezzi è accessibile ma se ci si trova con questa fermata che c’è il rischio di cadere dalla carrozzina che succede? Continuerete voi e il comune a rimpallarsi la responsabilità o finalmente coopererete come la testa e il corpo? Ecco un articolo che tratta della pericolosità delle banchine e questi altri due che può leggere qui e qui sull’eccellenza delle stesse.

Per cui decisamente ATM è bocciata su molti fronti soprattutto perché non chiede agli utenti disabili cosa ne pensa della propria accessibilità ma fa i conti senza gli utenti e senza l’oste con conseguente figura di merda in vista di Expo. Sono bocciati sia il comune di Milano che ATM per non lavorare all’unisono per l’accessibilità. 

Con la presente porgo

Cordiali saluti