Ennesima lettera aperta all’assessore Pierfrancesco Majorino che ci ignora

Egregio Assessore Pierfrancesco Majorino, 

vorremmo cortesemente sollecitare una risposta scritta se il comune di Milano vuole usare l’Isee dal 2014 per accedere ai servizi sociali come da comunicato stampa dello stesso Assessore del 17 settembre. Facciamo seguito alla nostra mail del 24 settembre di oltre un mese fa, e visto che il 7 ottobre c.m. la sua segretaria ha scritto che Lei, Assessore in persona, ci avrebbe risposto in una settimana che ci sembra abbondantemente passata. 
Se il comune di Milano ritiene di non voler usare l’Isee ci piacerebbe sapere quale strumento vorrebbe usare. Noi proponiamo sempre la modalità attualmente in vigore per l’Assistenza Domiciliare Indiretta aggiornata ed adattata per i servizi sulla disabilità, che considera il reddito netto decurtato di tutte le spese quali:

  • affitto/mutuo;
  • luce;
  • gas;
  • telefono;
  • tasse varie (es. Tares, Imu, canone RAI ecc.);
  • minimo vitale per il numero dei componenti della famiglia più l’eventuale assistente personale;
  • spese mediche (farmacia, dentista, varie ed eventuali);
  • spese per la disabilità ( ausili, spese extra per esempio sollevatore, varie ed eventuali).
Ricordo che l’Assistenza Domiciliare Indiretta è un principio che consiste nel diritto di scegliere di vivere una vita dignitosa nella propria abitazione piuttosto che una morte sociale, all’interno di una RSD/RSA. Ricordo che l’articolo 19 della Convenzione ONU per le persone con disabilità afferma questo diritto che è Legge dello Stato, approvata dal comune di Milano.  L’assistente personale indicato nell’articolo è una figura non condivisa, assolutamente personale e scelta dalla persona con disabilità. Le citiamo l’articolo 19:
“Le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere; le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere nella società e impedire che siano isolate o vittime di segregazione; i servizi e le strutture sociali destinati a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattati ai loro bisogni” 
Il diritto al trasporto è individuale e non deve gravare sui familiari della persona con disabilità. Tale diritto deve essere garantito per recarsi al lavoro, a fare le fisioterapie o altri tipi di cure e a scuola. Il diritto alla mobilità è sancito dall’articolo 20 della Convenzione ONU sulle persone con disabilità. Le ricordiamo che se togliesse, o riducesse i contributi per il diritto alla mobilità, potrebbe essere considerata una violazione di una serie di articoli della Costituzione e leggi della Repubblica che garantiscono: 
  • l’inclusione lavorativa (art. 4 e art 38 della Costituzione e Legge 68/99); 
  • l’inclusione scolastica (art. 33 e art 38 della Costituzione e Leggi 517/77, 118/71).  
  • il diritto di cura sancito dalla Costituzione della Repubblica (art. 32). 
Le cito l’articolo 20 della suddetta Convenzione ONU:
“Gli Stati Parti adottano misure efficaci a garantire alle persone con disabilità la mobilità personale con la maggiore autonomia possibile, provvedendo in particolare a: 
(a) facilitare la mobilità personale delle persone con disabilità nei modi e nei tempi da loro scelti ed a costi accessibili;”
Ricordiamo anche l’articolo 3 della Costituzione  che afferma testualmente  “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Speriamo di ottenere una celere, esaustiva e inequivocabile risposta da lei che solleciteremmo con viva forza. 
Con la presente porgiamo
Cordiali Saluti