Bimba disabile scrive a Bertolucci: «Troppe barriere a Venezia»

Appello del regista: «La piccola non può vivere qui, mettete rampe permanenti sui ponti». Il sindaco: «Stiamo affrontando il problema, ma non possiamo deturpare la città»

VENEZIA. Un appello di Bernardo Bertolucci al sindaco Giorgio Orsoni a fare di Venezia una città per tutti, eliminandone le barriere architettoniche partendo dalla lettera di una bambina veneziana distrofica che ha mandato al grande regista, da anni costretto anch’egli sulla sedia a rotelle. L’appello è stato lanciato da Berolucci, presidente della giuria, nella serata finale della Mostra del Cinema. «Ho ricevuto una lettera da una bambina veneziana di nove anni, Matilde – aveva dichiarato Bertolucci – che ha una malattia neuromuscolare progressiva. Vive nella città più bella del mondo, Venezia, ma non la può vivere. Chiedo personalmente al sindaco che le barriere vengano tolte e che le rampe, le pedane sui ponti siano permanenti. Al Lido, per la Mostra è stato fatto: passerelle, pedane, rampe, un disabile poteva muoversi all’interno della cittadella del cinema senza alcuna difficoltà. Anche Venezia dovrebbe essere così».

La risposta di Orsoni non si è fatta attendere. «Non è possibile avere a Venezia rampe e pedane stabili tutto l’anno – replica il sindaco – per superare le barriere architettoniche costituite dai ponti, anche per evidenti problemi estetici, ma certamente l’Amministrazione comunale è fortemente impegnata su questo terreno e stiamo studiando nuove soluzioni».

«L’appello di Bertolucci è più che condivisibile – sottolinea Orsoni – è un criterio quello dell’abbattimento delle barriere architettoniche che il Comune ha sempre cercato di seguire, fino ad arrivare addirittura ad esagerare, come nel caso dell’ovovia per il superamento del Ponte della Costituzione, quando il problema del suo superamento da parte dei disabili sarebbe potuto essere affrontato in ben altro modo. Ci sono però dei problemi legati all’aspetto estetico di una città come Venezia che stiamo cercando di affrontare. Dobbiamo trovare delle strutture che siano compatibili con il suo aspetto architettonico e che non deturpino la città. Alcuni esperimenti sono già stati tentati con successo. Posso assicurare Bertolucci che il problema del superamento delle barriere architettoniche è ben presente al Comune di Venezia, così come le difficoltà di chi deve affrontarle, ma non possiamo risolvere il problema installando rampe e passerelle dappertutto perché cambieremmo completamente l’aspetto della città». Bertolucci aveva sollevato un problema simile anche per Roma rivolgendosi all’allora sindaco Gianni Alemanno, dopo essere rimasto bloccato nel tentativo di accedere al Campidoglio per un matrimonio. «Caro sindaco – aveva scritto il regista al sindaco – lei chiude la porta in faccia a tutti quei turisti, e non credo siano pochi, che arrivano in sedia a rotelle per visitare il famoso Campidoglio. Forse non se ne rende conto ma lei ogni giorno manca di rispetto a chissà quanti disabili». I toni dell’appello lanciato a Orsoni sono ben diversi, ma sottolineano, per Bertolucci, lo stesso problema: quello che anche città storiche cone Roma o Venezia siano attrezzate per essere percorse anche da chi ha problemi di disabilità. Un tema di cui a Venezia si parla da anni – anche grazie all’azione del professor Enzo Cucciniello, recentemente scomparso – ma senza che si sia mai trovata una soluzione efficace, visto anche il sostanziale fallimento dei servoscala installati su alcuni ponti. Passerelle sono state installate su alcuni ponti lungo Riva dei Sette Martiri, ma sempre in modo provvisorio.