Perchè il nero

Qualche giorno fa una mia amica mi ha fatto i complimenti per il blog e per l'idea in esso contenuto ma mi ha detto che era un po' scuro.
Li per li non ci ho pensato a perché avessi scelto questo colore tuttavia ho riflettuto e ho pensato che il colore è perfetto perché simbolico, insomma è un segno. Resterà di questo colore fino a che non ci saranno dei miglioramenti in ambito di mobilità di noi disabili.
In Italia occorre una nuova cultura che deve partire da noi disabili, non possiamo pensare che altre persone capiscano le nostre esigenze e i nostri bisogni se ce ne stiamo rintanati in casa, nel modo dell'associazionismo o quant'altro.
Girando con la mia fidanzata a Roma ho notato che la gente mi guardava manco avessero visto un marziano sulla terra, ora non perché osservassero se perché un disabile avesse osato sfidare i marciapiedi romani o perché fossi in compagnia di una bella ragazza 😉 . A prescindere da questi due ipotetici scenari, occorre fare un esame un po' autocritico.
Le persone non sono abituate a vedere in giro delle persone disabili che viaggiano in città in carrozzina elettrica, a piedi o con qualsiasi mezzo occorra per deambulare bene. Certo le persone normali, magari credono, che siamo in pochi e sfigati. A prescindere se ci ritengono sfigati o meno, e non è la finalità di questo articolo, noi non siamo in pochi però ce ne siamo in casa, o in comunità alloggio, a farci vivere e non a vivere. L'idea di andare in giro per le nostre città da soli ci spaventa: cosa facciamo se accade questo o quest'altro e allora ce ne siamo sicuri in casa. Ovvio che questo farsi vivere fa si che non si sensibilizzano le persone che le pedane degli autobus devono funzionare, che la metrò deve essere accessibile, che i marciapiedi devono avere gli scivoli. Questo tipo di urbanistica serve solo a noi disabili? No serve alle mamme che portano i bambini in carrozzina, servono agli anziani o a chi ha anche una gamba rotta.
Certo non nego che ci siano difficoltà a girare la propria città è vero: io attendo con ansia la primavera per prendere il mio potente bolide e farmi un sacco di giri da solo per la mia città, ritornando in Duomo, o andando al parco di Trenno o vedere altri posti stupendi della mia città. Non voglio farmi vivere, voglio vivere ed essere protagonista della mia vita e tu?

4 Risposte a “Perchè il nero”

  1.  

    volevo condividere questa poesia,  spesso attribuita impropriamente a Nelson Mandela, che l&#039ha letta durante un suo discorso.

     

     

    La nostra paura più profonda

     

    non è di essere inadeguati.

     

    La nostra paura più profonda,

     

    è di essere potenti oltre ogni limite.

     

    E’ la nostra luce, non la nostra ombra,

     

    a spaventarci di più.

     

    Ci domandiamo: ” Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? “

     

    In realtà chi sei tu per NON esserlo?

     

    Siamo figli di Dio.

     

    Il nostro giocare in piccolo,

     

    non serve al mondo.

     

    Non c’è nulla di illuminato

     

    nello sminuire se stessi cosicchè gli altri

     

    non si sentano insicuri intorno a noi.

     

    Siamo tutti nati per risplendere,

     

    come fanno i bambini.

     

    Siamo nati per rendere manifesta

     

    la gloria di Dio che è dentro di noi.

     

    Non solo in alcuni di noi:

     

    è in ognuno di noi.

     

    E quando permettiamo alla nostra luce

     

    di risplendere, inconsapevolmente diamo

     

    agli altri la possibilità di fare lo stesso.

     

    E quando ci liberiamo dalle nostre paure,

     

    la nostra presenza

     

    automaticamente libera gli altri.

     

     

    E questo e&#039 quello che mi sembra tu stia realizzando!!!

     

  2.  

    volevo condividere questa poesia,  spesso attribuita impropriamente a Nelson Mandela, che l'ha letta durante un suo discorso.

     

     

    La nostra paura più profonda

     

    non è di essere inadeguati.

     

    La nostra paura più profonda,

     

    è di essere potenti oltre ogni limite.

     

    E’ la nostra luce, non la nostra ombra,

     

    a spaventarci di più.

     

    Ci domandiamo: ” Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? “

     

    In realtà chi sei tu per NON esserlo?

     

    Siamo figli di Dio.

     

    Il nostro giocare in piccolo,

     

    non serve al mondo.

     

    Non c’è nulla di illuminato

     

    nello sminuire se stessi cosicchè gli altri

     

    non si sentano insicuri intorno a noi.

     

    Siamo tutti nati per risplendere,

     

    come fanno i bambini.

     

    Siamo nati per rendere manifesta

     

    la gloria di Dio che è dentro di noi.

     

    Non solo in alcuni di noi:

     

    è in ognuno di noi.

     

    E quando permettiamo alla nostra luce

     

    di risplendere, inconsapevolmente diamo

     

    agli altri la possibilità di fare lo stesso.

     

    E quando ci liberiamo dalle nostre paure,

     

    la nostra presenza

     

    automaticamente libera gli altri.

     

     

    E questo e' quello che mi sembra tu stia realizzando!!!

     

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