Comune di Milano: tagli sul trasporto disabili, testimonianza personale

C’è voluta quasi una settimana per capire la nuova delibera del comune di Milano sul trasporto delle persone con disabilità. Cito la delibera:

“punto E) sussidi per il sostegno alla mobilità: sono riservati a persone con disabilità il cui nucleo familiare presenti entrate nette complessive inferiori a 2 volte (e pertanto non più inferiori a 5 vol-te come in precedenza) il minimo vitale annuo, rapportato al numero dei componenti il nucleo, sulla base della scala parametrale approvata con Deliberazioni di Consiglio Comunale n. 19/06 e 30/06.”

Cerco di spiegare la delibera perchè è molto fumosa.

Per sostegno alla mobilità il comune di Milano intende il trasporto delle persone con disabilità per muoversi nella città. Ci sono svariate tipologie trasporto. Quello che permette di andare e tornare dal lavoro, andare e tornare da scuola, andare e tornare dall’università, andare e tornare dalle visite mediche e dalle fisioterapie. Né con la delibera precedente né con questa attuale sono contemplate uscite per il tempo libero tipo andare al cinema e altro.

Il comune di Milano calcola il contributo da dare al cittadino partendo da un minimo vitale regolato dall’INPS che varia in base ai componenti del nucleo familiare, e moltiplicandolo per un coefficiente che viene definito di volta in volta dal Comune stesso. Il minimo vitale fino al 23 maggio 2013 veniva moltiplicato X5, mentre dal 24 maggio 2013 viene moltiplicato X2

Una volta definito le entrate nette del cittadino, il rimborso viene erogato o in maniera forfettaria pari € 8 a tratta a prescindere dal costo della corsa che, generalmente è più alta di questa cifra, o per l’intero ammontare del costo del trasporto. 

Nella tabellla sottostante trovate un esempio di minimo vitale in base al nucleo familiare moltiplicato X5 e X2 

Numero componenti famigliari Minimo vitale INPS (*) Minimo vitale X 5 (fino al 23 maggio 2013) Minimo vitale X 2 (nuovo parametro del Comune dal 24 maggio 2013)
1 € 6.440,59 € 32.202,95 € 12.881,18
2 € 10.626,97 € 53.134,85 € 21.253,94
3 € 13.654,05 € 68.270,25 € 27.308,10
4 € 16.294,69 € 81.473,45 € 32.589,38
5 € 18.999,74 € 94.998,70 € 37.999,48
6 € 21.511,57 € 107.557,85 € 43.023,14
7 € 24.023,40 € 120.117,00 € 48.046,80

(*) Clicca qui per la fonte INPS

Quindi dal 24 maggio 2013, se le entrate nette della persona che fruisce del contributo superano il minimo vitale indicato nella colonna D, il contributo non viene più erogato dal comune. Notate bene che per entrate nette il comune considera oltre allo stipendio, anche l’indennità di accompagnamento, pari a € 499,00 e la pensione d’invalidità ,pari a € 275,87. (Nota bene: è l’INPS che toglie la pensione d’invalidità se il reddito personale Iordo supera i € 16.746,99).

Il comune di Milano non rimborserà le fatture ai cittadini disabili a partire dal mese di maggio nonostante la comunicazione ufficiale non sia ancora stata inviata dal comune. Sicuramente le varie cooperative ONLUS che gestiscono il trasporto per conto del comune, avranno già emesso le fatture per il mese di maggio. 

Ma come influisce sulla mia vita questa delibera? Il sottoscritto non supera il limite di reddito personale stabilito dall’INPS, questo accade perché ho un part-time di 4 ore, quindi percepisco la pensione d’invalidità. Quindi le mie entrate mensili sono € 499,00 (indennità d’accompagnamento) + € 275,97 (pensione invalidità) x 12 mesi = € 9.269,64 annuali senza lo stipendio. Il mio assistente personale non ha la residenza a casa mia e gli do il vitto incluso come da contratto nazionale di lavoro. Come ben potete capire il mio nucleo familiare è di una persona e sicuramente con il mio stipendio supero il nuovo minimo vitale x2 che ha recentemente stabilito il comune di Milano.

Precedentemente a questa delibera il comune di Milano copriva tutta la spesa per i miei spostamenti in quanto la vecchia delibera conteggiava il minimo vitale X5. Il risultato era al di sotto di tale soglia per cui avevo bisogno dell’integrazione totale.

Con questa delibera non solo ora il comune di Milano non mi copre più l’intero costo perché il mio reddito era molto basso, ma ora non copre proprio più nulla, quindi mensilmente dovrei spendere di tasca mia € 646,80 (ovvero € 28 al giorno x 21 giorni lavorativi + IVA. A questo punto mi conviene andare al lavoro? Ricordo essere un part-time quattro ore al pomeriggio.

Potrei raggiungere il mio posto di lavoro con i mezzi pubblici? La risposta è no perché la fermata della metropolitana che utilizzerei io non è funzionale, chi vuole leggere la mia avventura la trova qui. Senza contare che sono cagionevole di salute e andare in autobus tutti i giorni, soprattutto d’inverno rischierei di ammalarmi molto frequentemente.

Mi piacerebbe sapere come farò a pagare la fattura di maggio e quella dei primi giorni di giugno, visto che da domani 12 giugno sarò costretto a mettermi in ferie perchè non posso spendere tutti i soldi del mio lavoro part-time per recarmi al lavoro.

Questa nuova scala parametrica il comune di Milano ci segrega in casa perché non conviene né lavorare, né curarsi, né studiare.

Allegato a questo articolo trovere la copia della delibera e il comunicato stampa di Ledha rispettivamente qui e qui,