Dopo di noi: strappati dal proprio mondo

di Rosa Mauro

Oggi non voglio scrivere articoli sul perchè e percome i disabili psichici e intellettivi non debbano andare negli istituti.

Voglio, molto semplicemente, proporvi un gioco, tranquilli è semplice, cercare solo di immaginare.

Vostra madre e vostro padre sono morti. La casa è immersa nel silenzio e nel dolore, ma gli oggetti riportano ancora l’impronta , il respiro di quei genitori che sono stati amati e che vi hanno amato. 
Nessun altro lo ha fatto, o almeno non certo nel modo giusto: nessuno vi ha insegnato davvero come si vive da soli, nessuno ha permesso alle vostre competenze di migliorare, ed è per questo che ora voi, a 30, 40 o 50 anni a casa ci siete ancora. In un mondo di spietato agonismo, dove si cerca solo il migliore, non avete potuto nemmeno trovare una persona nella vostra vita. Anche perché, lo Stato ha deciso che al massimo meritate una puttana, mica una donna vera o un uomo vero, e che diamine, che pretese!

Ma quella casa, anche se non sapete parlare bene, o pensare bene, riporta alla memoria i vostri cari con cose semplici, perfino una spazzola, una pentola, un libro.

Solo che non potete pensarci, perché lo Stato ha deciso che anche queste memorie le dovete perdere.

Quindi, vengono, vi prendono, e vi portano in un istituto o casa famiglia che dir si voglia.
Non vi chiedono il permesso.
Non prevedono che voi non vogliate andarci.
Da oggi in poi, saranno loro a stabilire quando dovete mangiare, cosa dovete fare e come farlo.
Il lavoro, e la residenza in questi luoghi, vi nobiliterà, lo fanno per il vostro bene!
Vi prelevano e vi ci portano.. Ora vi domando, e poi chiudo, con una unica domanda:

Dove avete visto degli uomini trattati così?

Un suggerimento: è passata da poco la loro giornata, e se volete vincere facile, basta un qualsiasi film o documentario sul nazismo.

fonte: https://www.facebook.com/rosmauro/posts/10208367684610449